Vigile urbano
Nome
Matricola 10 1 69 ma molti lo conoscono con il nome di “ma come?”: avete presente quando andate a comprare le sigarette e lasciate la macchina in seconda fila per 15 secondi e quando ritornate trovate la multa e dite: “eh… ma come?”
Ecco quello sono io.
Ecco quello sono io.
Chi è
È il vigile urbano più sadico del mondo. Ama il suo lavoro e soprattutto la sua divisa che gli permette di essere un gradino al di sopra della massa. Usa il suo piccolo potere per sopraffare deboli, indifesi e tutti quelli che entrano nel suo raggio d’azione.
Segni particolari
Ama il libretto delle multe come se fosse un amante. Ogni volta che lo estrae vive un intenso orgasmo sia con il libretto che con la biro che deve compilare la multa.
Heilà giovani… Cacarella ehhhh!!!
Anno di nascita
2010
Prima apparizione live
Maggio 2010 sul palco di Belo Horizonte a Genova.
Prima apparizione in TV
Non è mai andato in TV… non me lo fanno fare.
Cosa rappresenta per me
Con il vigile urbano racconto la mia allergia verso chi abusa di una divisa per sentirsi migliore degli altri.
Mi ispiro a un vigile in particolare. Lo vidi solo una volta ma appena visto iniziai a dargli una voce. Ero a Parma e vidi questo vigile vicino alla sua moto enorme, con un piede appoggiato sulla pedivella e il gomito sul ginocchio alzato. Aveva questa posa ultra plastica mentre fumava una sigaretta e scrutava da dietro i suoi Ray Ban a specchio la gente che gli passava davanti. Era palestrato.
Ricordava uno sceriffo del west pronto a fulminare qualunque fuorilegge fosse apparso. Rimasi colpito dalla tracotanza espressiva che emanava. Faceva paura. La gente che incrociava il suo sguardo entrava in una tensione fisica che, potrei scommetterci, li abbandonava solo il giorno dopo.
Era perfetto, era stronzo, era mio.
Mi ispiro a un vigile in particolare. Lo vidi solo una volta ma appena visto iniziai a dargli una voce. Ero a Parma e vidi questo vigile vicino alla sua moto enorme, con un piede appoggiato sulla pedivella e il gomito sul ginocchio alzato. Aveva questa posa ultra plastica mentre fumava una sigaretta e scrutava da dietro i suoi Ray Ban a specchio la gente che gli passava davanti. Era palestrato.
Ricordava uno sceriffo del west pronto a fulminare qualunque fuorilegge fosse apparso. Rimasi colpito dalla tracotanza espressiva che emanava. Faceva paura. La gente che incrociava il suo sguardo entrava in una tensione fisica che, potrei scommetterci, li abbandonava solo il giorno dopo.
Era perfetto, era stronzo, era mio.